Le poesie di mio padre e.. altro
“Le mie pensioni - Sogni e aspirazioni di un pensionato qualunque messe in poesia” di Adolfo Paganini
domenica 24 novembre 2013
La settimana bianca
L'Oroscopo
domenica 1 aprile 2012
UN SOGNO DA COMMEDIA POCO DIVINA
(Liberamente ........ sognato da Adolfo PAGANINI)
Nel mezzo del cammin della mia vita
mi ritrovai in una selva oscura
che la dritta via era smarrita
ed io vagavo solo, tremante di paura...
- Ma dove mi trovo..?- Mi chiedevo ad ogni istante
camminando nel buio, con insicura sorte
- dove e' finito il mio mondo, il mio paese, la mia gente?-
solo il fruscio dei miei passi, sulle foglie morte.
Durante il mio vagar, in quella selva atroce,
tutto ansimante, ai pie' di un colle giunto
come portata dal vento, un'eterea voce
pareami sentir come d'incanto
- Vai in cima a quel colle, che tanto in alto sale,-
diceami in ton deciso
- Vai o anima immortale,...
... lassu' c'e' il Paradiso !..
- Ma allora tutto e' chiaro -
pensai a questo punto,
- se tutto questo e' vero,
io sono ahime' defunto ..!-
Scalai quell'erto colle, col classico "fiatone"
pieno d'ansia e tutto teso in viso
e vidi un gran portone
sul quale c'era scritto: "Paradiso".
- Lo sapevo,- mi son detto,- sono sempre stato bravo,
in niente ho mai mancato
e' il posto che sognavo
e che certo ho meritato..!-
Mi son dato un'assestata
per apparir piu' bello
e, con mano spedita,
ho suonato il campanello
Un vecchio canuto, vestito in bianco telo
e dal solenne aspetto
apri' la porta e: - Io son San Pietro - nel vedermi ha detto
- che Tu sia il benvenuto ne lo "Grande Cielo"-
Poscia che l'ebbi anch'io riconosciuto
entrar Egli mi fece in un gran palazzo
con sala camera cucina e sgabuzzino
e uno splendido terrazzo con vista sul giardino !
- Ora Tu sei sistemato, e la vita eterna avrai gioiosa-
Ei mi disse, e aggiunse - ora Io debbo andare
posso far per Te qualcosa ?...-
- Avrei fame,- gli risposi - c'e' qualcosa da mangiare .?..-
- Si - mi rispose con voce calda e snella
- Vai in cucina, la carestia non esiste qui da Noi
La' c'e' pane e mortadella
puoi mangiar quanta ne vuoi ..!.-
ogni giorno che passava
e il mio stomaco languiva
la risposta era sempre quella:
- Oggi pane e mortadella ..!-
- A San Pie'-...gli dissi un giorno
- sulla Terra si diceva
che all'Aldila' la roba al forno
e l'arrosto non mancava-
- Lo so'- Lui ha ribattuto
- Ognuno sa le cose sue,-
e col viso ancor piu' corrugato
- Qui siam soli... mica posso cucinar solo per due !.....-
Solo, ero solo al Santo Paradiso..
- e tutta la brava gente - dissi - i preti e i beati ?
e Lui con un sorriso
- Ma chi l'ha visti, chi l'ha mai incontrati !
Di notte zitto zitto uscii dal Paradiso
ridiscesi l'erto colle, al colmo della iella
con l'orror stampato in viso
di mangiare in eterno.... pane e mortadella.
Dopo tanto camminar a riguardar altro mi diedi
e vidi gente sulla riva di un gran fiume
c'era una barca lunga cento piedi
ed un uomo bianco d'antico pelo, con in mano un lume
- Chi e' - chiesi a qualcuno - e dove siamo ? -
e loro: - Siamo sulla trista riviera di Acheronte,
noi andiamo in Purgatorio o almeno lo speriamo ...
il capo barcaiolo e' il gia' noto Caronte.-
Ed io : - Ma Caronte non trovavasi all'Inferno,
a traghettar dannati e funesti pellegrini ?-
- C'era e' vero, ma mica e' durato in eterno,
ha pagato una tangente, ed ora e' qui a far quattrini.
Entrai e feci per sedermi, con noncurante aspetto
ma il bianco Caronte, nel vedermi ha detto:
- A dotto'..sei 'r solito furbetto,
entri e te siedi senza fa' 'r bijietto ?
Non avevo un soldo, ma memore di cio' che a lui disse Dante
gli risposi evasivo, come fosse niente:
- Caron' non ti crucciare, vuolsi cosi' cola' dove si puote
cio' che si vuole e piu' non dimandare..-
e lui a me: - ma che stai a di' .!..
me sembri mezzo matto .!..
Se voi veni', invece der sonetto
pagheme er bijetto !.-
Dovetti scendere far altro non potei
era un romano, e quando lo fregavi ?
potevi far miracoli,
che tanto non vincevi !...
Proseguii a piedi fremente
scendendo verso il basso
laggiu' si, che era pien di gente
sentivasi il fracasso.
Apparvemi ad un tratto,
di nuovo un gran portone
sul quale c'era scritto:
"Inferno - Ufficio Accettazione".
Di nuovo il campanello ho suonato
si affaccia un diavoletto
che tutto incavolato
nel vedermi ha detto:
- Mi dispiace e' tutto pieno
non c'e' posto per nessuno -
dalla porta usciva ameno
un buonissimo profumo
odor d'arrosto, di salsicce e di braciole
tutto cotto sulla brace
che ognun potea mangiare quanto ne vuole
poi esser lasciato in santa pace.
- Vi prego - dissi al diavoletto
- lasciatemi parlare col capo del Gran Foco
se anche Lui mi scaccia vi prometto
che tornero' a vagar per altro loco.-
Giunto al cospetto del capo, in direzione,
un omone rosso vestito di velluto
con in mano un gran forcone
e il capo come un bue era cornuto
- Miserere di me - io dissi a Lui
- lasciatemi restare qui all'Inferno
gia' scacciato da altri lochi fui
fermate il mio vagar per l'eterno -
Contrariamente a quanto mi aspettavo
Lucifero guardommi con rispetto:
- Vedete di trovargli un posto, quest'uomo e' bravo -
diss'egli rivolto al diavoletto.
Colpito fui da tanta gentilezza
dissi a Lui ben felice della buona sorte:
- La ringrazio e la saluto vostra altezza
ed un grande salutone alla Sua consorte !..-
Lucifero invece, si e' in volto rabbuiato:
- Non ho moglie - ha risposto stavolta incavolato
- Beh - gli ho detto in men che non si dica
- allora un saluto a Lei ed uno alla Sua amica!-
- Non ho l'amica !!!..-
mi ha risposto assai fremente,
ed io:- non s'arrabbi.....
mi saluti la Sua amante..!
- Non ho neanche l'amante !!..!-
ha risposto agitando il gran forcone,
ed a me spontaneamente,
m'e' scappata una perfida allusione:
- Non ha moglie ne' l'amica ne' l'amante di ogni sorta-
gli ho detto come se niente fosse,
- quelle corna da bue che porta
si puo' sapere chi gliel'ha messe.?..-
Non l'avessi mai detto, non l'avrei dovuto dire
nel vederlo inferocito, ho tentato di fuggire,
ma la punta del forcone
ha bucato il mio sedere !
Con quella fitta mi ero alfin svegliato
avevo solo sognato per fortuna, ..che emozione ..!
Da parte a me c'era mia moglie, con la siringa ancora in mano
che, vistomi supino, mi aveva fatto la solita iniezione:
- Alzati - mi ha detto - , il caffe' e' pronto -,
e, ignara del mio dramma, ha aggiunto anch'ella:
- poi se hai fame, c'e' Pane e Mortadella ..!!! -.
sabato 17 marzo 2012
A Salice D'Ulzio
Chi lo ha conosciuto sa che mio padre aveva problemi di vista e, pur avendo accettato cio' con rassegnazione e positivita', nel suo cuore ne risentiva molto. Di seguito la prefazione ad una sua poesia che tratta di cio', seppur indirettamente.
"Anche quest'anno (Gennaio 1992) sono andato con i soliti amici a sciare. L'ennesima settimana bianca, abbiamo scelto di nuovo Salice d'Ulzio in Piemonte, dove gia' in precedenza avevamo fatto due settimane bianche in due anni consecutivi.
Anche quest'anno siamo stati bene, ma ho trovato delle difficolta' vuoi per il peggiorare della vista, vuoi perche' ho compiuto 66 anni. Per l'occasione ho scritto alcuni versi su Salice d'Ulzio, ... mi sono venuti spontanei."
Salice D'Ulzio mio
per cio' che mi riguarda
io debbo dirti addio !..
..
Cosa posso farci ?..
Sperare, sperare, sperare,
che anziche' un addio,
sia un arrivederci ...!
..
Le piste tue splendenti
di colore immacolato
sono ricordi ardenti
di un magico passato.
..
Vedro' ancor quell'aurora
che sboccia dietro ai monti
e poi accarezza i tetti
candidi e innevati
e l'ombra degli abeti
che al sussurrio dei venti
sembrano animati ..?.
..
Vedro' ancora il campanile
della tua chiesetta
di San Giovan Battista
che col suo superbo stile
sui bianchi tetti svetta
e il cuor d'ognun conquista..?
..
In questo mondo ansioso e pieno
di tanta frenesia
una cosa solo mi rattrista:
a volte si trascura o viene meno
la cosa piu' bella che ci sia
il bello della vista ....!
..
Quella vista che appaga il cuore
lo spirito, la mente e le pupille
il bearsi della vista
di tante cose belle.!
..
Oh..! Salice D'Ulzio mio
che il cuor mi rallegrasti
con semplice bellezza
vorrei non dirti addio
lo spero a tutti i costi
sabato 10 marzo 2012
La prima poesia: A Silvia
Scriveva mio padre: "Come prefazione di questa poesia va scritto che mia moglie si chiama appunto Silvia! (Il lettore non si preoccupi, all'inizio sembra seria ma poi viene la parte divertente... poi torna la parte seria del finale nella quale, sempre in modo scherzoso, esprimo in una sola riga il reale apprezzamento per mia moglie che va ben al di la' della azione descritta)"
A SILVIA
DI GIACOMO LEOPARDI
Adattamento alla situazione personale
DI ADOLFO PAGANINI
- Silvia !..
Rimembri ancora i tempi
purtroppo ormai lontani
del nostro primo incontro?
Quando nel danzare a Narni,
in casa di un'amica, io Ti invitai a ballare
e in men che non si dica, Tu mi bruciasti il cuore?
Lo sguardo Tuo sfuggente
ma di dolcezza pieno
come una stella errante, incontro' il mio,
fu un istante....
"Un istante decisivo per la Tua vita!,"
mi sussurro' una voce,
forse era quella di mia madre, pensai,
che un perfido destino
mi sottrasse troppo presto,
e che ora dal ciel mi guarda,
mi guida e mi consiglia
forse Lei ha gia' visto in Silvia
la dolce mia compagna,
la sua seconda figlia!.
Piu' tardi venni a trovarTi
in un piccolo paese, una mattina,
Ti vidi mentre uscivi dalla scuola
dove Tu insegnavi, giovane maestrina,
Ti vidi bionda e bella
semplice e gentile, come mite pecorella
che esce dall'ovile,
e sola, mesta e senza protezione
va al pascolo a brucare
la sua prima colazione !
"Oh che sorpresa!!"
Dicesti mentre uscivi
camminando lentamente
con un libro tra le mani,
quegli occhi Tuoi giulivi
quel viso sorridente,
trafissero il mio cuore
il corpo e la mia mente.
"Per me e' troppo", pensai,
"non merito io tanto! In Lei c'e' tutto
bonta' bellezza e tenerezza
io non saro' proprio un lupo
ma non son nemmeno un santo!"
Cosi' feci "l'affare"
che almen cosi' sembrava...
..ma il lupo non sapeva
che cosa l'aspettava!.!.
Il tempo passa in fretta
figli miei, e il mondo gira!
gira, gira inesorabilmente,
prima c'e'il giorno luminoso
gaio e sorridente,
poi vien la notte,
profondamente oscura
un tempo il caldo afoso
poi il gelo addirittura;
e Voi credete che le cose
rosee, care e belle
restan sempre quelle ?.?.
No !.!.!
Finisce tutto a fregatura !!!!.
Adesso il lupo scappa
corre, corre di gran lena
inseguito dalla mite pecorella
che e' diventata iena !
Strilla, sbraita, sborbotta
urlando ad alta voce,
il povero "lupetto"
non trova mai piu' pace!
Se abbiamo il tempo bello
'sto "poro" Paganini
deve strusciar le scarpe
su ben sette zerbini...
"e se piove ??." Direte Voi,
se piove son dolori,
"Non si passa resta fuori!.."
Stanotte ho visto in sogno
il caro "Giacomino"
che tutto incavolato
mi ha preso per il petto
e mi ha gridato:
"Ma come ti permetti
brutto deficente
di porre sotto scherzo
la dolce mia poesia
con simili frescacce.?.?
Come paragonar la dolce Silvia mia
dagli occhi ridenti e fuggitivi
di bellezza piena
a quella pecorella
che dopo aver belato
e' diventata iena??"
"Sta' calmo Giacomi'" gli ho detto
"non t'affannare tanto,
lo so' per te era tutto bello !
Ti risuonavan le quiete stanze
con le vie d'intorno
al suo perpetuo canto,
Silvia menava il giorno ..!
Cosi' Tu la vedevi, te la sognavi ...
Ma poi, l'hai piu' sposata ?"
"No !"..Mi ha detto mesto
col viso corrugato,
"Ahime' non ho potuto !"
"Eh si!..Facce pure quella faccia!!
Ringrazia il cielo!" gli ho risposto,
"se tu l'avessi fatto eri bello che fregato!
anzi, bello che fottuto!
e delle tue frasi belle
dalla storia immortalate
sarebbero rimaste,
un mucchio di risate!"
"Giacomi', sai che ti dico ?
Ognuno c'ha la Silvia sua !
Io ho la mia tu hai la tua
e nonostante tutto, a cambio non ci faccio!
Io mi contento, gli ho detto,
qualcosa di buono, alla mia e' rimasto:
tutte le mattine, come i primi giorni,